Translate

25 marzo 2016

EFFICACIA DELLA VITAMINA D NELLA GESTIONE DELLA VITILIGINE


L'attendibilità dei singoli studi, ormai lo sappiamo, è sempre incerta poichè ogni ricerca può essere inficiata da errori sistematici (bias) involontari o, purtroppo, in alcuni casi...volontari.

Anche qualcuna delle più prestigiose riviste scientifiche mondiali in passato, nonostante i rigidi criteri di selezione e verifica da parte dei comitati scientifici editoriali, ha pubblicato studi che poi si sono rivelati, all'occhio attento di altri ricercatori, pieni di errori e quindi con risultati falsati. Ovviamente la percentuale di bias si riduce man mano che altri studi confermano l'esito di una ricerca ed è per questo che ad essere più attendibili sono gli studi di revisione sistematica e/o meta-analisi. Funziona così: per la revisione sistematica si prendono, su un determinato argomento, tutti gli studi pubblicati da una certa data su tutte le riviste scientifiche del mondo. Una volta effettuata questa selezione, si "scremano" i lavori che sono stati condotti rispettando tutti i criteri di affidabilità stabiliti dalla comunità scientifica internazionale. Infine si comparano i risultati ottenuti da ogni singolo studio selezionato per confermarli, smentirli o invitare ad ulteriori approfondimenti. La meta-analisi invece diciamo che si concentra su un'aggregazione di dati statistici ottenuti nei singoli studi guardando ai numeri e alle percentuali. Fissati questi concetti, oggi andiamo a vedere i risultati di uno studio sistematico di revisione e di meta analisi condotto da due università. Lo studio è stato pubblicato l'altro ieri e ha per oggetto la relazione tra carenza di vitamina D e vitiligine. Il lavoro ha preso in esame 383 articoli scientifici. Ulteriori dettagli li scoprirete visionando l'estratto che pubblico qui sotto. Vi anticipo che, purtroppo, ad oggi, il risultato per la vitiligine, almeno secondo gli studi disponibili, rimane incerto, non confermando le aspettative che si ripongono su questo pro-ormone. Prima che lo leggiate però, voglio fare due considerazioni sulle conclusioni di questo lavoro: la prima è che si raccomanda di far misurare il livello di 25-idrossivitamina D a tutti i pazienti con vitiligine...cosa che non sempre avviene; la seconda riguarda il mio solito ragionamento nel momento in cui la ricerca chiude con: "Saranno necessari ulteriori studi per stabilire se la supplementazione di vitamina D in questa popolazione migliora l'esito della vitiligine" perchè mi chiedo: ma chi mai finanzierebbe uno studio definitivo su centinaia di pazienti, quindi dai costi esorbitanti, per una vitamina che costa pochissimo, non brevettabile e attualmente reperibile in qualunque angolo del mondo? Ed ecco che sta succedendo quello cui assistiamo: singoli medici insieme ai pazienti sperimentano e sperano nell'efficacia. Con una differenza rispetto ad altre sostanze ovvero che siamo di fronte, superate determinate quantità, ad una vitamina in grado di indurre tossicità e danni organici. E, permettetemi di aggiungere, è follia, sopratutto in questo caso, fare da sè emulando quanto si legge in giro sull'argomento. Sarebbe veramente auspicabile che i medici che stanno sperimentando la vitamina D si collegassero tra di loro per pubblicare dei report che risulterebbero utilissimi per capire meglio la reale efficacia. Così come sarebbe utile che i pazienti facessero confluire su questo Blog, quindi a disposizione di tutti, le loro esperienze, per farne tesoro comune in alternativa alle enclave dei Gruppi FB chiusi o addirittura segreti. Una Serena Santa Pasqua a tutti voi e ai vostri cari nonchè una pasquetta food no-limits. Alla prossima. Domenico




Bassi livelli di 25-idrossivitamina D sono associati con vitiligine : una revisione sistematica e meta-analisi.

Upala S 1, 2 , Sanguankeo A 1, 2 .

Informazioni sull'autore

  • 1 Dipartimento di Medicina Interna, Bassett Medical Center e la Columbia University College of Physicians e Surgeons, Cooperstown, NY, USA.
  • 2 Dipartimento di Medicina Preventiva e Sociale, Facoltà di Medicina Siriraj Hospital, Università di Mahidol, Bangkok, Tailandia.

astratto

SFONDO:

La carenza di vitamina D è associata ad un certo numero di malattie autoimmuni. Abbiamo completato una meta-analisi di studi osservazionali per stabilire se ci fosse una relazione tra ipovitaminosi D e il autoimmune malattia della pelle vitiligine .

METODI:

Ricerca completa è stata applicata nei database MEDLINE ed EMBASE dal loro inizio a dicembre 2015. I criteri di inclusione erano studi osservazionali che hanno valutato 25-idrossivitamina D (25 (OH) D) livelli negli adulti con vitiligine . Il risultato principale è stato la differenza media nel siero livello D 25 (OH) tra i pazienti con vitiligine e controlli.

RISULTATI:

La nostra strategia di ricerca ha identificato 383 articoli; diciassette studi hanno soddisfatto i criteri per la revisione a figura intera e sette studi, contenente i dati di 1.200 pazienti, sono stati inclusi in un modello ad effetti casuali meta-analisi. La differenza media aggregata nel siero concentrazione D 25-idrossivitamina tra i pazienti con vitiligine e controlli era -7.45 ng / mL (intervallo di confidenza al 95%, -12,99 a -1,91, P-value = 0,01). L'eterogeneità tra gli studi (I 2 ) è stata del 96%, P = valore <0 .001.="" font="">

CONCLUSIONI:

Questa meta-analisi identifica una relazione significativa tra i livelli di 25-idrossivitamina D bassi e la vitiligine , ma non prova nesso di causalità. I nostri risultati sottolineano l'importanza di misurare i livelli di 25-idrossivitamina D nei pazienti con vitiligine . Saranno necessari ulteriori studi per stabilire se la supplementazione di vitamina D in questa popolazione migliora l'esito della vitiligine .
Questo articolo è protetto da copyright. Tutti i diritti riservati.

1 commento:

Commenta in maniera anonima questo post