Translate

14 dicembre 2015

ATTENTI A QUEI DUE:TIROIDITE DI HASHIMOTO E VITILIGINE


Ormai abbiamo imparato a conoscere il fenomeno della comorbilità ovvero la coesistenza di due o più patologie diverse nello stesso individuo,  poichè abbiamo visto che sovente la vitiligine è presente unitamente ad altra patologia dello stesso ceppo c.d. autoimmune, con implicazioni infiammatorie e radicaliche quali eventi finali che causano la morte del tessuto colpito. I ricercatori hanno  scoperto
che la vitiligine è associata in modo particolare alla tiroidite di Hashimoto, una malattia caratterizzata, nel siero dei pazienti affetti, da autoanticorpi antitiroide a titolo elevato: 

  • gli AbTg ( anticorpi antitereoglobulina, presenti nel 50-60% dei casi) 
  • gli AbTPO (anticorpi antitireoperossidasi, presenti in oltre il 90% dei casi) 
  • possono inoltre riscontrarsi anticorpi anti ricettore del TSH di tipo "bloccante" (TSH blocking-Ab), responsabili della variante atrofica, oppure anticorpo anti recettore del TSH "stimolanti" TSHRAb) responsabili del transitorio o a volte permanente ipertiroidismo che, raramente, si riscontra nei pazienti affetti da tiroidite di Hashimoto) 
Pensate che uno studio studio cinese di appena due mesi fa ha constatato che su 145 bambini affetti da vitiligine ben 63 (quasi la metà) soffrono di patologie della tiroide (1) . Una mia personalissima inchiesta su amici e amiche affette da vitiligine mi ha restituito il dato che molto più della metà degli intervistati aveva riscontrato, dai risultati delle analisi del pannello tiroideo (clicca qui per vedere quali analisi sono comprese nel pannello tiroideo), valori dell'AbTPO (detta anche antiperossidasi tiroidea) molto alti rispetto ai valori normali. Ed è importante sapere che gli anticorpi anti TPO e anti Tg consentono una diagnosi ancora iniziale dell'ipotiroidismo quando esso è in fase subclinica. Ciò permette un corretto approccio preventivo. Gli anticorpi AbTPO infatti, oltre ad essere gli anticorpi specifici per la diagnosi di Hashimoto, hanno anche un valore predittivo, assieme all'elevazione del TSH, per l'eventuale progressione in franco ipotiroidismo: pazienti con AbTPO tra 1:100 e 1:200 sviluppano ipotiroidismo nel 23% dei casi, tra 1:490 e 1:800 nel 33% dei casi, maggiori di 1:800 nel 53% dei casi. 
Che fare? Sicuramente farsi prescrivere le necessarie analisi  dal proprio medico di famiglia che, in caso di anomalie, vi indirizzerà all'endocrinologo per un approfondimento della situazione rappresentata dai dati. 

Ed ecco quello che la Ricerca sta sempre più appurando come efficace nella gestione di una tiroidite autoimmune (specie se presa in tempo ovvero, come dicevamo sopra,  prima che degeneri in ipotiroidismo) oltre ai farmaci disponibili nell'armamentario dell'endocrinologo: 


Diagnosi precoce di ipotiroidismo
Valori elevati di TSH consentono di porre diagnosi precoce di ipotiroidismo primario dell'adulto. Gli anticorpi anti TPO e anti Tg consentono una diagnosi ancora iniziale dell'ipotiroidismo quando esso è in fase subclinica. Ciò permette un corretto approccio preventivo.
L'ecografia tiroidea determina le dimensioni della ghiandola che in caso di tiroidite è ridotta e disomogenea solo in fase avanzata della patologia. Indagini secondarie sono l'ECG per valutare i bassi voltaggi su tutte le derivazioni ed alterazione della ripolarizzazione ventricolare. La determinazione del Cortisolo plasmatico è utile per escludere una insufficienza surrenale.
Ancora utile è valutare il colesterolo, i trigliceridi, la sideremia, la Vitamina B12, l'acido folico e soprattutto la vitamina D e la vitamina A. Ancora la calcemia e la fosforemia.
Ecografia e scintigrafia tiroidea completano le indagini utili. Un Rx del torace consente di valutare l'aumento del diametro cardiaco e l'eventuale presenza di versamenti pleurici e pericardici.

Terapia dell'ipotiroidismo
La medicina valuta la sola somministrazione di ormoni tiroidei oralmente a permanenza per ristabilire e mantenere l'eutiroidismo. Molto si può fare invece se la diagnosi è precoce e se l'attività anticorpale viene ridotta nella fase iniziale della malattia.
L'uso di aminoacidi quali la L-tirosina, alti dosaggi di Vitamina D e vitamina A, selenio, eliminazione del glutine e dieta specifica sono molto utili. La terapia sostitutiva con levotiroxina  sodica non è l'unica via di riequilibrio della malattia ipometabolica tiroidea e il compenso ormonale deve essere precoce e meno aggressivo di quanto normalmente si verifica.


Vitamina D

La popolazione intera risulta fortemente carente di Vitamina D e il valore di 25OHD della maggior parte delle persone è fortemente carente. Questa vitamina è in realtà un pro-ormone liposolubile composto da D1, D2, D3, D4, D5.
Il colecalciferolo (D3) è sintetizzato dalla cute sottoposta ai raggi solari a partenza dal colesterolo o viene introdotto tramite la dieta. L'ercocalciferolo (D2) è di provenienza vegetale. La componente attiva della vitamina D è il 1,25(OH)2 D o calcitrolo.

La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l'assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso.
Non solo, la vitamina D unendosi ai recettori nucleari VDR attiva la risposta immunitaria di tipo innato.
Simili dati permettono di dare un sostegno allo studio di Cannel e colleghi i quali, riprendendo un'ipotesi già sostenuta di Edgar Hoper-Simpson nel 1981,  affermano che i picchi invernali di sindrome influenzale potrebbero essere dovuti ad una carenza di vitamina D a seguito d'una minor esposizione alla luce solare.
L'8 giugno 2007 sulla rivista "American Journal of Clinical Nutrition", il Prof. Johan Lappe della Creighton University afferma che la vitamina D riduce il rischio di insorgenza del cancro.
Attraverso l'attivazione del recettore VDR sembra che la vitamina D possa svolgere anche un ruolo fondamentale nella prevenzione e cura della sclerosi multipla.
La vitamina D avrebbe un ruolo importante nella prevenzione del Diabete di tipo 2.

American Journal of Clinical Nutrition

Robert H Herman Memorial Award in Clinical Nutrition Lecture, 2003

Vitamin D: importance in the prevention of cancers, type 1 diabetes, heart disease, and osteoporosis.



La vitamina D esplica un ruolo importante nel riequilibrare e ridurre la risposta anticorpale della Tiroidite di Hashimoto.



CELL MOL IMMUNOL 2011 May; 8(3): 243-7.doi: 10.1038/

CELL MOL IMMUNOL 2011 May;8(3):243-7. Epub 2011 Jan 31.


Vitamin D and autoimmune thyroid diseases.

Kivity S, Agmon-Levin N, Zisappl M, Shapira Y, Nagy EV, Dankó K, Szekanecz Z, Langevitz P, Shoenfeld Y.

Source: The Zabludovicz Center for Autoimmune Diseases, Sheba Medical Center, Tel-Hashomer, affiliated to Sackler Faculty of Medicine, Tel Aviv University, Tel Aviv, Israel.


Relative vitamin D insufficiency in Hashimoto’s thyroiditis

Tamer G, Arik S, Tamer I, Coksert D.

Source: Department of Endocrinology and Metabolism, Goztepe Education and Research Hospital, Istanbul, Turkey.

CONCLUSION: Vitamin D insufficiency is associated with HT. Further studies are needed to determine whether vitamin D insufficiency is a casual factor in the pathogenesis of HT or rather a consequence of the disease.


Vitamina A


Vitamina A e tiroide: il beta-carotene, il precursore della vitamina A, in caso di insufficienza della tiroide non si trasforma più in vitamina A e quindi i soggetti ipotiroidei possono presentare segni di ipovitaminosi A. D’altra parte la mancanza di vitamina A riduce l’attività secretoria della tiroide creando così un circolo vizioso che può essere interrotto solo con l’integrazione.

Tirosina

La tirosina è biologicamente importante in quanto precursore di vari ormoni, quali la tiroxina (un ormone tiroideo) e le catecolammine (dopamina, noradrenalina e adrenalina), e della melanina. La tirosina rappresenta un fondamentale substrato per la sintesi di neurotrasmettitori e aumenta i livelli ematici degli stessi  L'effetto regolatore dell'umore è particolarmente osservabile in pazienti depressi e in condizioni di stress.

Una grande quantità di studi indicano l'utilità dell'assunzione di tirosina in condizioni di stress, freddo, affaticamento, lavoro prolungato e insonnia. La tirosina è un efficace riequilibratore del TSH e degli ormoni tiroidei ma attenzione se soffrite di pressione alta perchè potrebbe essere controindicata. 


Selenio

Fondamentale è anche il selenio per favorire la sintesi di fT3 in quanto l'enzima che attiva l'fT4 in fT3 è per l'appunto un selenioenzima.Iselenio è particolarmente indicato per le tiroiditi autoimmuni, in particolare per la tiroidite di Hashimoto: è un oligonutriente fondamentale per l'uomo e determinante per il funzionamento della ghiandola tiroidea, in quanto l'enzima che catalizza la conversione della T4 in T3, la 5' desiodasi appunto, è un seleno-enzima. Inoltre è un costituente fondamentale della glutatione perossidasi, un altro seleno-enzima, che ha azione antiradicalica nei confronti degli idroperossidi, sostanze tossiche per il metabolismo cellulare. E' dimostrata una sua azione immunomodulante e antinfiammatoria con sensibile riduzione del titolo autoanticorpale con abbassamento dei livelli degli anticorpi antitireoperossidasi (AbTPO) e antitireoglobulina (AbTg) responsabili della tiroidite di Hashimoto. Secondo gli studi di Gartner e Turker, il trattamento con L-seleniometionina (che è la forma con maggiore biodisponibilità, alla dose di 200 mcg die per 3 mesi, ha ridotto l'attività infiammatoria nei pazienti affetti da Tiroidite autoimmune, in particolar modo in quelli con attività maggiore. Il selenio, quindi, per la sua azione antiossidante e antiradicalica, si comporta come una sostanza ad azione antinfiammatoria. Ne consegue che ogni situazione patologica o parafisiologica che comporta un aumento dello stress ossidativo e/o della flogosi, può trarre beneficio dalla somministrazione di selenio. In uno studio randomizzato in doppio cieco, su un gruppo di pazienti con artrite reumatoide, la supplementazione di 200 mcg di selenio per 3 mesi, ha significativamente ridotto il dolore e migliorato la funzionalità articolare. In un altro studio, con un numero ridotto di pazienti con pancreatite acuta, la somministrazione endovenosa di selenite di sodio ed altri antiossidanti ha ridotto la mortalità dell'89% in confronto ai controlli non trattati. Anche nell'asma, la somministrazione di selenio alla dose di 100 mcg/die, ha dimostrato di avere effetti benefici sul broncospasmo. I migliori integratori sono quelli che contengono il selenio organificato nell'aminoacido metionina al posto dello zolfo (L-selenomethionine 200 mcg) perché dotato di maggiore biodisponibilità.

Autodiagnosi di ipotiroidismo

Se per tre giorni consecutivi la temperatura è uguale o inferiore a 36,6 vi è il sospetto di un ipotiroidismo e sarebbe bene effettuare analisi più approfondite. Questa misura molto semplice è stata caldeggiata da un medico americano, il Dr. Broda Barnes, che ha dedicato una vita (oltre 40 anni del suo lavoro) allo studio della tiroide e all‘approfondimento dei problemi a questa connessi, arrivando alla conclusione, esposta nel suo libro „"Hypo-Thyroidism.The Unsuspected Illness" (L‘ipotiroidismo, la malattia non sospettata).
Egli afferma  che si tratta per l'ipotiroidismo di uno dei problemi più sottovalutati ed ignorati nella medicina attuale. Egli parla, in relazione all‘ipotiroidismo, di „una epidemia sottodiagnosticata di cui, in base alle sue stime soffrirebbe, senza saperlo, il 40% della popolazione! (Egli si riferisce ovviamente alla popolazione americana e la situazione è forse un po‘ migliore in Paesi come l‘Italia, circondati dal mare)

Sintomi guida dell'ipotiroidismo

I seguenti sintomi potrebbero denotare l‘esistenza di problemi di scarso funzionamento della tiroide: estremità fredde, senso di debolezza e spossatezza, depressione, problemi di peso, di pelle e di capelli (è compromessa la buona circolazione del sangue in superficie il che può causare una pelle secca, ma anche problemi di acne o perdita di capelli), gonfiori nella faccia, pallore, costipazione, difficoltà nel respiro, problemi nelle mestruazioni ed infertilità, dolori muscolari e nelle articolazioni, anemia ed altri.

Attenti allo iodio

Una integrazione di iodio nel sale da condimento è utile, ma in caso di Tiroidite di Hashimoto esiste una controindicazione all'uso dello iodio che può risultare irritante.

Infine se doveste scoprire di essere affetti da una tiroidite di Hashimoto o tiroidite autoimmune cercate di limitare al massimo gli zuccheri e i dolci di qualsiasi tipo, di consumare molto pesce azzurro e di tenere in ordine la vostra flora batterica intestinale ricorrendo ad alimenti probiotici. Sempre sotto controllo medico. 


A questo punto la domanda che mi sono posto è: ma controllando con tali strategie una tiroidite autoimmune è possibile controllare anche la vitiligine? La scienza, almeno leggendo il materiale prodotto sino ad ora, dice di no. Ma alla luce delle recenti teorie sulla causa della vitiligine, non credo che questo si possa escludere. Se il killer è sempre lo stesso, tutte le azioni volte a disarmarlo dovrebbero mitigare gli attacchi verso tutti i diversi tipi di tessuti più sensibili alla sua azione distruttrice all'interno dello stesso soggetto. Nel caso in esame melanociti e tessuto tiroideo. E non mi sembra affatto una coincidenza che le sostanze sopra elencate rientrino tra quelle presenti in alcuni protocolli terapeutici che iniziano a  mostrare effetti positivi per la vitiligine. Tutto materiale di riflessione per noi e spero un input per i Ricercatori affinchè, anche "artigianalmente", stante la carenza di fondi,  schiaccino il piede sull'acceleratore per aiutarci.  Alla prossima. Domenico







11 commenti:

  1. Grazie Dome! Da te non si finisce mai di imparare!! Gran bell articolo!

    RispondiElimina
  2. Grazie ,molto interessante!rientro anche io nelle statistiche avendo tiroidite di hashimito e vitiligine..!

    RispondiElimina
  3. Grazie, ottimo articolo. Anch'io ho la tiroidite di Hashimoto oltre la vitiligine, ma anche curando la tiroidite nessun risultato per la vitiligine.

    RispondiElimina
  4. Ho sempre creduto che l'associazione fra tiroiditi autoimmuni e vitiligine fosse casuale in quanto una larga fetta della popolazione soffre di malfunzionamento di questa importante ghiandola. Ma soffermandomi sul dato che hai riportato: quasi la metà dei bambini affetti da vitiligine presentano patologie della tiroide....mi viene da pensare che forse l'associazione fra i due disturbi non è poi così casuale. Se un medesimo meccanismo autoimmune attacca sia la tiroide che i melanociti torna da sé che una buona integrazione di antiossidanti aiuta entrambe le patologie.

    RispondiElimina
  5. Correggo: integrazione di antiossidanti ed antinfiammatori...

    RispondiElimina
  6. Anche io trovo molto importante fare analisi cliniche degli anticorpi contro la ghiandola tiroidea se soffriamo di vitiligine. Solitamente per controllare la funzionalità tiroidea i medici di famiglia prescrivono il dosaggio di Ft3 Ft4 e TSH. Ma questi valori, nonostante i risultati possano essere nella norma, non svelano le anomalie latenti o subliniche della ghiandola. Due anni fa ho fatto una visita endocrinologica. I miei valori, anche quelli degli anticorpi, erano normali. L'endocrinologo mi stava mandando via dallo studio dicendomi che non c'erano problemi e di ritornare fra due o tre anni per un ulteriore controllo. Mi sono detta: perché non informarlo che ho la vitiligine anche se non è considerata una malattia? ( nelle visite specialistiche chiedono sempre di quali malattie soffriamo). Appena gliel'ho detto mi sono sentita dire da lui: ferma, allora tutto cambia, ritorni fra sei mesi. Beh, questo endocrinologia era informato dell'associazione fra vitiligine e tiroidite, cioè ho più probabilità di sviluppare una forma di tiroiditi rispetto alla popolazione generale proprio perché soffro di vitiligine. Non ho dato tanto peso alle sue parole: ma questo articolo mi ha spronato a prendere un altro appuntamento il prima possibile dall'endocrinologo

    RispondiElimina
  7. Leggendo quali sono i sintomi dell'ipotiroidismo mi sono convinta a fare subito gli esami necessari per la diagnosi: li ho tutti! (tranne un paio superati per limiti di età). Grazie Do.

    RispondiElimina
  8. Anche io tiroide di Hasimoto. Oltre a Vitiligine ovviamente :-)

    RispondiElimina
  9. Tiroidite autoimmune e vitiligine.....Lunghi periodi di astenia,malessere,gonfiore al viso e alle mani.....e il medico di famiglia che mi diceva che era colpa mia perchè facevo le abbuffate....oppure mi prescriveva farmaci contro lo stress...

    RispondiElimina

Commenta in maniera anonima questo post