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22 febbraio 2016

ENTRIAMO INSIEME IN UNA MACCHIA DI VITILIGINE




Oggi faremo un viaggio in una delle nostre macchie vagliando un'ipotesi che però mette insieme tutti i tasselli sin qui esaminati. Non è stato facile attribuire un unico comune


denominatore a tanti pezzi così apparentemente diversi tra di loro ma alla fine spero di realizzare con questo articolo un discreto lavoro di sintesi che, come sempre, voglio condividere con tutti voi. In questo pezzo, inoltre, ometterò di citare gli studi perché se avrete voglia e tempo li potrete leggere o rileggere negli articoli precedenti. Partiamo allora dalla nuova consapevolezza che abbiamo acquisito analizzando uno studio recentissimo secondo il quale, anche a fronte di valori normali di omocisteina nel sangue e nel plasma, all'interno della macchia l'omocisteina risulta essere molto elevata, specie con vitiligine attiva. Ora, dovete sapere che un eccesso di omocisteina non solo causa infiammazione ma lo stress ossidativo prodotto da tale infiammazione promuove nuova infiammazione, in una spirale infinita. E cosa succede quando è presente l'infiammazione? Succede che il nostro meraviglioso sistema immunitario si allerta perché il processo infiammatorio attiva una cascata di elementi tra cui la chemochina CXCL10 che noi conosciamo benissimo in quanto fin'ora descritta da Harris ed altri come killer del melanocita. Ricordiamo infatti che la sua presenza è stata rilevata in maniera molto forte nelle lesioni di vitiligine in attività. Ma adesso andiamo a vedere cosa succede dall'oblò del nostro immaginario microsommergibile col quale stiamo viaggiando all'interno della nostra macchia: 

osservate: l'omocisteina nella lesione sta aumentando perché non ha alcun contrasto da parte dell'acido folico. Questi infatti, supponiamo per via di un difetto di metilazione del gene MTHFR, non riesce ad arrivare in tutto o in parte nella zona melanocitica per ri-metilare l'omocisteina trasformandola in metionina. Inoltre potremmo osservare anche una carenza intratissutale di vitamina B12 che partecipa anch'essa alla rimetilazione, o di vitamina B6 necessaria alla transulfurazione dove l'omocisteina viene degradata in cisteina. Così la presenza di omocisteina cresce nel tessuto. E il bianco aumenta in modo inversamente proporzionale alla quantità di acido folico che riesce ad arrivare. 

Ma il bianco aumenta non perché l'omocisteina sta aumentando o meglio non solo...ma guardiamo bene...aumenta perché essa sta causando nella macchia infiammazione e l'infiammazione fa aumentare l'omocisteina in una dinamica infinita. 

Ma come fa l'infiammazione a distruggere il melanocita e quindi la colorazione? Perché il sistema immunitario, per quanto geniale, non riesce a comprendere che la presenza di chemochine arruolatrici di agenti immunitari è causata dall'omocisteina che produce infiammazione bensì interpreta la presenza di questi elementi come il frutto di un batterio, di un virus, di una infezione, di un'agente patogeno e per tale motivo parte all'attacco con un ulteriore infiammazione perchè sappiamo bene che il sistema immunitario distrugge l'invasore attraverso il fenomeno infiammatorio. Guardiamo meglio... Dentro la macchia l'infiammazione attiva alcuni elementi tra cui le chemochine infiammatorie CXCL10 e i loro ricettori CXCR3 che hanno sulla schiena un "richiamo" per le cellule T linfociti, "soldati" che hanno il compito di distruggere l'invasore...che però in questo caso non c'è. C'è il povero melanocita che le cellule T scambiano per l'ospite indesiderato, distruggendolo. Più che un impazzimento del sistema immunitario scatenato contro le proprie cellule a questo punto potremmo parlare di un inganno al sistema immunitario. E l'ingannatrice sarebbe l'omocisteina. 

Siamo sul fronte della guerra che sta vedendo morire i melanociti. Ma vediamo cosa succede da dentro, secondo Montes, Jhulin e altri, se nell'organismo in cui siamo entrati con il nostro microsommergibile, viene introdotto del folato in grado di raggiungere in quantità sufficiente la lesione (condizione essenziale). L'omocisteina si scinde e si frantuma, cessa l'infiammazione e il sistema immunitario si placa. Il sole farà la sua parte nella repigmentazione. Nei casi in cui non cè repigmentazione il folato non riuscirebbe ad abbattere l'omocisteina perchè non ce la fa ad arrivare in quantità necessaria o ad essere biodisponibile per procedere alla scissione. Potrebbero anche rilevarsi carenze di altre vitamine del Gruppo B come la B12 e la B6. 

E se all'organismo in cui siamo viene introdotto il Tofacitinib o il cortisone? Beh , possiamo vedere che l'infiltrazione di linfociti T, pronti a distruggere il nemico, viene inibita con conseguente rientro delle "truppe d'assalto" perchè viene limitata l'infiammazione, ergo ridotta la presenza di chemochine che invitano le T cells dentro la lesione. Questo avviene per le due classi di farmaci citati attraverso l'inibizione, più a monte o più a valle del processo di attivazione immunitaris, di due vie diverse ma il risultato finale è la salvezza del melanocita. Salvezza provvisoria però...perché l'alto livello di omocisteina sta sempre lì ed appena è finito l'effetto del farmaco inibitore ecco che la giostra di morte riparte e con essa le nostre macchie bianche. 

l'osservazione di questo teatro non ci fa sfuggire un particolare: i prodotti dell'infiammazione sono i radicali liberi che per decenni sono stati additati come i responsabili della vitiligine. Quanti antiossidanti generici abbiamo ingoiato arricchendo i produttori di integratori? Ebbene ora possiamo ipotizzare con sufficienti margini di sicurezza che i radicali liberi rappresentano gli effetti di questa continua infiammazione nonchè i prodotti di scarto della guerra del sistema immunitario contro i melanociti. E possiamo ipotizzare che se qualcuno di loro ha funzionato (in maniera sempre molto ridotta) in presenza di sole o lampade è perchè tale combinazione è riuscita a limitare l'invisibile infiammazione. Prova ne sia che tutti i gettoni di repigmentazione eventualmente ottenuti con sole, lampade e integratori hanno avuto una durata limitata. Un esempio di una sostanza che probabilmente è la prima volta che sentite come benefica per la vitiligine è il luppolo il quale, come tante altre sostanze naturali può modulare l'infiammazione ma che, agendo solo su un effetto e in maniera molto blanda, non risolve il problema. Questo per dire che molte sostanze possono apportare un "sollievo dalla vitiligine" ma non mirando al bersaglio principale risultano alla lunga non pienamente adeguate. 

Bene, mettiamoci sulla via del ritorno alla realtà. In questo viaggio fantastico (nell'accezione di fantasia) abbiamo compiuto un'operazione, secondo me, molto importante. Sempre con la qualifica di profani non titolati , siamo partiti da un dato reale: i gruppi di persone che negli studi hanno avuto repigmentazione utilizzando sostanze diverse. Da questi dati abbiamo elaborato un unico, sebbene verosimile, meccanismo con uniche cause, sulla cui scorta sostanze diverse hanno mostrato di funzionare. Tutto maledettamente affascinante. Alla prossima. Domenico. 

12 commenti:

  1. Quindi significa che perderò tutte le migliorie che ho avuto con quercitina integratori di vit b sole e lampade?

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    1. Significa che stiamo, da profani, vagliando nuove ipotesi cercando di incastonare altri tasselli. I risultati ottenuti con la quercetina e gli integratori di vitamina B che tra l'altro contengono acido folico e vitamina B12, hanno prodotto risultati anche per la capacità di incidere anche su livelli elevati di omocisteina e di infiammazione. Quindi, nessuna paura di perdere risultati già acquisiti perchè è proprio sulla scorta di quei risultati e sui prodotti utilizzati che si evolvono i ragionamenti e le analisi.

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    2. non mi è chiaro l'inizio, cosa da via al meccanismo per il quale l'omocisteina si alza?

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    3. Ciao Alessandro. L'eccesso di omocisteina,a livello intraeritrocitario o intratissutale sarebbe dovuto alla mancanza di acido folico o per difetto di metilazione (cattivo assorbimento) o a causa di una assunzione insufficiente che quindi va integrata. Le stesse motivazioni valgono per le vitamine B12 e B6 che partecipano alla demetilazione e alla desulfurazione dell'omocisteina. Ricordo a me stesso che l'omocisteina è un aminoacido il cui incremento può derivare dall'alimentazione (per esempio eccesso di proteine) ma anche da fattori genetici e ambientali ricalcando quello che avviene per il colesterolo. TRovo assurdo che nel 2016 non ci siano esami per valutare gli squilibri di sostanze a livello tissutale lasciando patologie come la vitiligine "orfane" di tecnologie e azioni che potrebbero anche essere risolutive.

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    4. articolo interessantissimo! Qualcuno sarebbe così gentile da indicarmi cosa prende e in che dosaggi, cioè quanto acido folico e vitamine? e la quercina cos'è????? grazie mille e bello scoprire che chi condivide questa malattia si attiva e studia per trovare strade buone...

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    5. Grazie. Se avrai la pazienza di leggere tutti post precedenti troverai ogni informazione compresi gli orientamenti su sostanze e dosaggi. Le marche non hanno alcuna importanza, contano i principi attivi ovviamente sempre sottoposti all'attenzione di un medico prima dell'assunzione.

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  2. Che articolo!!! Forse il più bello tra i tanti che hai scritto! Complimenti!

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  3. Ma se invece di introdurre per bocca acido folico e vitamina B12, facessimo un'iniezione di queste due sostanze direttamente sulle macchie bianche,,i risultati non sarebbero maggiori? Qualcuno ha provato?

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