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18 febbraio 2016

UN ALTRO STUDIO SULL'ACIDO FOLICO


Ai più attenti lettori del Blog non sarà sfuggito uno studio che ho citato in un link (clicca qui) a supporto delle ricerche e del brevetto del dottor Montes  su acido folico, vitamina B12 e
vitamina C. Oggi voglio aggiungere qualche considerazione analizzandolo meglio. Si tratta dello studio c.d. di Juhlin, dal nome di uno dei due ricercatori svedesi, del dipartimento di dermatologia dell'Università di Uppsala, che lo hanno reso noto nel 1997. Potrete leggere in inglese il lavoro cliccando qui. La sintesi è che furono arruolati 100 pazienti con vitiligine, di cui 64 con vitiligine attiva, 31 con vitiligine stabile e 5 incerta. Lo studio durò due anni: dall'ottobre 1994 all'ottobre 1996. A tutti i pazienti furono somministrati per due volte al giorno 1 mg di cianocobalamina (vitamina B12) e 5 mg di acido folico con raccomandazione di esporsi al sole, o a lampade nella stagione invernale, ogni qualvolta fosse stato per loro possibile. La repigmentazione avveniva in 52 pazienti (significativamente più frequente in soggetti con meno di 26 anni di età). In 6 pazienti la repigmentazione era totale nelle parti esposte al sole o a lampade UVB. L'analisi dei dati rivelava che maggiore repigmentazione era stata ottenuta su macchie il cui tempo di comparsa era inferiore ai 10 anni. Dei 52 pazienti che ottenevano ricolorazione delle lesioni,  37 si erano esposti al sole da aprile a settembre mentre 6  si erano sottoposti, durante l'inverno,  all'irradiazione  di lampade UVB una o due volte la settimana. Nella loro relazione i ricercatori analizzarono le possibili cause delle repigmentazioni ottenute: può essere che il metiltetraidrofolato, la forma più comune di folato nel plasma umano, in presenza della vitamina b12, riesca, per metil donazione, a scomporre l'omocisteina in metionina intervenendo così non tanto a livello generale quanto a livello tissuto-melanocitico dove Juhlin e collega supposero vi fosse un accumulo letale di omocisteina. Guarda caso la stessa intuizione rivelata nel dicembre 2015 da studiosi egiziani e straordinariamente confermata dalle indagini strumentali (clicca qui per saperne di più). U'altra ipotesi messa in campo dagli studiosi riguardò la pteridina, una componente dell'acido folico necessaria alla formazione della tirosina, amminoacido fondamentale per la formazione della melanina ma anche coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei. Per dovere di cronaca specifico che questo studio non fu condotto con modalità in doppio cieco, con controllo ecc. ecc. Tuttavia la mia impressione è che i dati espressi siano stati molto veritieri semplicemente perché in linea con i risultati di altri studi effettuati sull'argomento. L'elemento però che ha stimolato la mia riflessione è rappresentato da quei 48 pazienti che non hanno osservato alcuna repigmentazione. Pur nella considerazione che ognuno di noi rappresenta un microcosmo a sé stante,  mi sarebbe piaciuto essere in quei laboratori per suggerire (qualora ce ne fossero state le tecnologie e  ne avessi avuto la legittimazione legale e medica) un esame, su quei 48 non repigmentati,  del gene che consente all'acido folico di trasformarsi in metiltetraidrofolato rendendolo quindi disponibile all'organismo. Ho l'impressione che ci sarebbero state delle sorprese. Tolti i casi di lampante mutazione genetica credo che anche una mutazione minore (magari non ancora rilevabile) del gene MTHFR possa svelare qualche verità ancora a noi  sconosciuta. Alla prossima. Domenico. 

3 commenti:

  1. Domenico, se la mia dottoressa avesse anche solo la metà della tua voglia di progredire, di capire, di aiutare sarei la paziente più fortunata del mondo. Complimenti!

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  2. Scusate l'ignoranza, ma non essendo un medico faccio fatica a capire l'articolo. La mia domanda é: l'acido folico fa bene in gravidanza? Oppure, sarebbe meglio sostituirlo con altro? I nostri nonni lo assumevano?

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