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18 marzo 2016

LE LOGORE ANCORE DEL MELANOCITA E LA DIETA CHE RESETTA IL SISTEMA IMMUNITARIO



Oggi vorrei tornare all'immagine di apertura dell'articolo del 18 novembre 2015 "Il Blog vi mostra come muore un melanocita" in cui si notano i melanociti scomparire sotto l'effetto
dell'Interferone gamma e quindi sparire letteralmente dai fotogrammi. Il risultato di questo procedimento sono le macchie bianche che ci accompagnano. Abbiamo visto come i pareri dei ricercatori siano ormai pressoché unanimi nell'attribuire la responsabilità di queste lesioni al sistema immunitario il quale, avvertita all'interno della struttura tissutale melanocitica  la presenza di un focolaio infiammatorio, invia, attraverso la produzione dell'interferone gamma, alcune espressioni di esso come le chemochine pro-infiammatorie per cercare di abbattere un nemico che in effetti non c'è. O meglio c'è, ma non si tratta di un nemico che si combatte con l'infiammazione perché non è né un virus né un batterio né una cellula anomala. Abbiamo valutato verosimile l'ipotesi che sia la presenza dimostrata di un alto livello di omocisteina causante infiammazione (e dunque di un eccesso di presenza di chemochine CXCL10) a dare l'avvio alla vitiligine. Questo meccanismo alterna periodi di remissione (infiammazione latente) a periodi di riacutizzazione, verosimilmente legati alla quantità di agente scatenante presente nei tessuti interessati. Detto questo, possiamo inserire tra le nostre conoscenze un altro elemento che alcuni Gruppi di Ricerca stanno analizzando negli ultimi tempi: le E caderine. Si tratta di molecole di adesione che mantengono "attaccato" il melanocita al cheratinocita dal quale il primo trae nutrimento e vita. Questi studi affermano che in campioni di tessuti con vitiligine l'espressione di E caderine risulta essere ridotta e che il basso livello di questa molecola potrebbe essere sintomo premonitore della comparsa della macchia di vitiligine. Io credo si tratti molto più semplicemente di una causa dell'infiammazione e dello stress ossidativo che, logorando nella loro opera distruttrice le molecole di adesione, privano il melanocita di quelle "ancore" che lo legano al cheratinocita. Come dire: il fotogramma successivo del film "morte di un melanocita" rispetto alla scena dell'attacco immuno-infiammatorio esaminata fino ad oggi.  Guardate questa immagine:

si vedono i melanociti attaccati alla membrana basale  (quella più esterna grigio scura) e "radicati "nello strato di cheratinociti (raffigurati dai mattoncini sopra la membrana basale) dai quali assumono elementi vitali. Il melanocita dunque si stacca dal cheratinocita ma resta pur sempre attaccato alla membrana basale. E qui, sempre secondo il mio parere da neofita e commentatore assolutamente non qualificato, a fotografare la scena successiva del film "morte di un melanocita" ci aiuta la scoperta del dermatologo-ricercatore padovano Matteo Bordignon il quale si è accorto di un particolare sfuggito a tutti: il melanocita prende definitivamente il "volo" perché una proteina prodotta da  un fattore ancora da rinvenire (ma il mio discorso ovviamente attribuisce la responsabilità al meccanismo immuno-infiammatorio che sta alla base)  altera  le integrine alpha5beta1 che consentono l'ancoraggio del melanocita alla membrana basale. Il dottor Bordignon non solo osserva che MIA logora le "ancore" del melanocita ma a riprova della sua dannosità la ritrova solo nei pazienti affetti da vitiligine non segmentale. Come dire: se non hai la vitiligine non hai la proteina MIA. E con questa scoperta, che ci mostra perché  il melanocita prende il volo, come un astronauta nello spazio cui si è rotto il cavo che lo lega alla sua navicella, possono scorrere i titoli di coda del nostro film su come muore un melanocita. Ci sono diversi modi in cui i nostri melanociti possono prendere il volo e quindi staccarsi dalla membrana basale. Il primo è spontaneo e lo conosciamo purtroppo tutti: ti guardi bene e noti che una macchia che non c'era ora è li. Il secondo è perché hai la bizzarra idea di poggiarti uno spazzolino elettrico per 10 minuti in un punto (accelerazione di uno stress meccanico, provocato anche da reggiseno o da elastici, che nel tempo porta alla creazione della macchia). Il terzo è perché ti bruci o ti ustioni al sole. Il quarto è per una forte dermatite o per un importante rush cutaneo. In chi non ha questa dannata predisposizione, trovandosi nelle situazioni sopra descritte non comparirebbe alcuna depigmentazione mentre in noi è inesorabile. Perché? Tutto ricondurrebbe ad una infiammazione ed alla conseguente attivazione di una abnorme risposta immunitaria. E ovviamente, sotto questi attacchi, ad un indebolimento dei legami del melanocita con le strutture circostanti. Certo i padri di diverse ipotesi potrebbero dare risposte diverse ma noi, qui da neofiti, qualche idea ce la stiamo iniziando a fare. E ora voglio svelarvi perché nell'articolo scorso vi ho invitato a guardare la puntata di "Presa Diretta" che vi ho allegato come link. Perché ho scoperto che le strategie dietetiche del Prof. Longo (specie la mimo-dieta) contribuiscono ad abbassare non solo l'infiammazione in senso generale, come d'altronde tutti i periodi di digiuno (ovviamente sempre e solo sotto stretto controllo medico), ma nello specifico possono contribuire ad abbassare la presenza di chemochina CXCL10 abnormemente presente nei tessuti con vitiligine essendo essa, oramai con quasi certezza, protagonista principale, insieme ai suoi produttori immunitari, della vitiligine. Se CLICCANDO QUI leggerete questo studio iraniano del 2013, potrete appurare come il livello di questa chemochina si è abbattuto nei soggetti analizzati sottopostisi alla pratica religiosa del digiuno. Senza contare che, come ascolterete nella puntata, alla fine dei giorni di dieta il sistema immunitario viene resettato e riavviato Questo significa che digiunando si abbassa l'infiammazione e migliora la vitiligine? No, o meglio non lo so. Quello che so è che le strategie nutrizionali del Professor Longo potrebbero rappresentare un nuovo filone di ricerca per la nostra patologia.Come al solito ci tocca usare le letture, la logica, quello che succede su noi stessi e su chi conosciamo con il nostro stesso problema...per cercare di far combaciare tasselli. Chissà se la testardaggine ci premierà....alla prossima. Domenico.

4 commenti:

  1. Non so perchè ma la conclusione del tuo articolo mi ha ricordato il ramadan... Chissà se fra i musulmani che lo osservano ci sono vitiliginosi e se le loro macchie migliorano a fine digiuno. Sarebbe interessante fare un sondaggio ma...come?

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  2. Ciao Cate. E in effetti lo studio é incentrato su soggetti che avevano appena fatto il Ramadan. La domanda ė azzeccata ma si deve considerare che finito il digiuno i mussulmani mangiano di tutto mentre il mantenimento di bassi livelli di infiammazione nell' organismo impone un regime alimentare ( non si parla di dieta) con bassissimi apporti di zuccheri e controllati apporti di proteine di origine animale. Se questi comportamenti incidono sicuramente in maniera positiva sulla salute in generale é ormai conclamato, se possano contribuire anche all' interno della struttura melanocitica ad abbassare il livello di infiammazione e quindi l' intervento del sistema immunitario...é tutto da dimostrare. Tuttavia lo studio pubblicato dimostra come venga abbattuta una componente chemochinica che Harris ed altri stanno cercando di colpire per bloccare la vitiligine. Lo sapete vado per deduzioni

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  3. Si i musulmani con la vitiligine sono tanti...ne ho visti ovunque nel mondo di malati come noi,in Marocco,in Oriente ,in India tanti, soprattutto tante donne....L'India è stata per me la chiara affermazione che il problema è proprio dovuto all'ossidazione ,paese più sporco e inquinato non c'è...in quel periodo io ero magra,magra più magra di un indiano magro e l'esperimento del digiuno lo avevo più che testato,si ferma la malattia, si ferma tutto, il ciclo, l'ossidazione,e così vai avanti finche'riesci a resistere,tutto è fermo ,poi esplode come la fame,e le macchie aumentano con il volume, ovunque,dove non sono mai state ....

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