Se avessi messo da parte tutti i soldi spesi per anti-ossidanti nel tentativo di rivedere, grazie ad essi, un pò di colore sulle mie dita, oggi avrei forse la cifra necessaria per comprarmi almeno un maxi-scooter. Ma la cosa più importante è che se questi anti-ossidanti avessero fatto effetto io non starei qui a schiacciare i tasti di questo pc. Eppure la teoria dei radicali liberi, come assassini del melanocita, è stata cavalcata da
molti ed anche per me tale suggestiva ipotesi, devo confessare, aveva una qualche fondatezza. Ma alla luce di quello che sappiamo oggi, l'assunzione di anti-ossidanti così come me l'avevano proposta in passato, ovvero una compressa multicomponenti aventi una generica azione anti-radicalica, equivale a voler sparare ad una bottiglia, bendato e di spalle. Perchè oggi le revisione degli studi in materia di anti-ossidanti che inducono la morte del melanocita sono tutti concordi nell'affermare che la nostra pelle di nemici ne ha parecchi ma uno specifico: il perossido d'idrogeno (H2O2). Sono ben 84 gli studi rinvenibili solo su PubMed (ma ce ne sono molti altri) che associano la vitiligine a questo radicale. Se avete tantissima pazienza e voglia di tradurli eccoli qui:
molti ed anche per me tale suggestiva ipotesi, devo confessare, aveva una qualche fondatezza. Ma alla luce di quello che sappiamo oggi, l'assunzione di anti-ossidanti così come me l'avevano proposta in passato, ovvero una compressa multicomponenti aventi una generica azione anti-radicalica, equivale a voler sparare ad una bottiglia, bendato e di spalle. Perchè oggi le revisione degli studi in materia di anti-ossidanti che inducono la morte del melanocita sono tutti concordi nell'affermare che la nostra pelle di nemici ne ha parecchi ma uno specifico: il perossido d'idrogeno (H2O2). Sono ben 84 gli studi rinvenibili solo su PubMed (ma ce ne sono molti altri) che associano la vitiligine a questo radicale. Se avete tantissima pazienza e voglia di tradurli eccoli qui:
Ora sappiamo che non usare antiossidanti specifici per i radicali individuati come dannosi per la produzione di pigmento equivale ad utilizzare un antibiotico qualsiasi a fronte di un problema specifico. Chi ha letto il post precedente sulla chemochina CXCL10 come prodotto dell'infiammazione e causa della morte del melanocita a questo punto potrebbe dire: "scusa ho un pò di confusione. Ma questo melanocita... lo uccide l'infiammazione o il radicale libero?" Ed ecco quello che secondo me rappresenta un punto di svolta nell'interpretazione della dinamica della nostra patologia. Parto dall'esperienza di ricerca condotta dalla dottoressa tedesca Schallreuter. Questa ricercatrice mise a punto una versione modificata della Catalasi in forma di crema, battezzandola pseudocatatalase PcKus. Tale crema attraverso la stimolazione della luce produceva a detta dell'autrice risultati mostrati in foto simili
e allegate a ricerche (ne ha pubblicate parecchie su questo argomento) come queste
La Schallreuter aveva individuato nel perossido di idrogeno il bersaglio da colpire con la sua creatura antiradicale ma così, secondo il parere del profano che scrive da portatore di patologia, individuava il radicale H2O2 come l'unica causa da colpire mentre in realtà stava colpendo solo l'effetto del circolo infiammatorio produttore della CXCL10.(o IP10) e del suo recettore CXCL3. Infatti, non abbiamo notizia sulla durata dei risultati ottenuti in termini di ripigmentazione e in più sappiamo, dalla lettura delle sue ricerche, che gli stessi effetti visibili su viso e tronco non si riproducevano su mani e piedi. La spiegazione verosimile è che non rimuovendo la causa, la temporanea riduzione del danno causato dal perossido di idrogeno, con inibizione di questo, consentiva alla luce di stimolare i melanociti nelle zone meno colpite dall'infiammazione (sappiamo che le sedi più colpite dall'infiammazione in tutte le patologie infiammatorie articolari sono le articolazioni, appunto mani e piedi) facendo tornare il colore sulla pelle dei soggetti trattati. E' un pò quello che succede quando "artigianalmente" ovvero di testa nostra (cosa sbagliatissima senza prima aver consultato il medico di famiglia) assumiamo qualche sostanza antiossidante che va a colpire il bersaglio giusto e ha come effetto la comparsa di punti di ripigmentazione appena ci esponiamo al sole. Salvo poi vedere sparire così come erano apparsi i puntini con enorme delusione e risvolti psicologici a volte non indifferenti. I gruppi su facebook sono piene di queste esperienze. Non è la vitiligine che è dispettosa, siamo noi che ci siamo illusi di aver trovato il rimedio giusto. In realtà io credo che non possa esserci successo terapeutico contro la vitiligine senza combattere e contrastare entrambi i fenomeni: l'infiammazione e la cascata radicalica che questa produce, avvolgendosi in un circolo vizioso e perpetuo. Credo pertanto che la ricerca di nuovi presidi terapeutici, sia di sintesi che naturali, debba guardare necessariamente in questa direzione senza lasciarsi ancora irretire dall'esclusività dell'ipotesi autoimmune perchè tanto, troppo tempo si è perso sino ad oggi. E noi di tempo per aspettare non vogliamo averne più. Alla prossima. Domenico.
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