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4 ottobre 2015

SEGNATEVI QUESTA SIGLA: CXCL10. PERCHE' E' VEROSIMILMENTE LA PRINCIPALE CAUSA DELLE NOSTRE MACCHIE!


E' solo di qualche mese fa la notizia, ripresa da tutti i media mondiali, con un clamore mediatico non indifferente per una scoperta che riguarda la vitiligine, secondo la quale un principio attivo utilizzato per combattere l'artrite reumatoide sarebbe efficace per far ripigmentare le lesioni causate dalla nostra patologia. Scorrendo i post troverete
la notizia dettagliata. 
Sempre quest'anno, precisamente ad aprile, un team di ricercatori americani, australiani e iraniani ripescava una vecchia ricerca del 2004 e rifacendo i test confermava quello che 11 anni prima dei loro colleghi avevano scoperto: la simvastatina, un principio attivo usato contro il colesterolo, non solo blocca nei modelli animali la vitiligine ma la fa regredire.
 CLICCA QUI PER LEGGERE GLI STUDI SULLA SIMVASTATINA


A questo punto essendo chi scrive certamente profano ma anche curiosissimo, si è andato a spulciare, con quegli artigianalissimi mezzi di comprensione scientifica che possiede, tutti  gli studi di cui sopra. Quello che si intuisce è che il denominatore comune tra queste due sostanze (ma anche tra alcune sostanze naturali che sembrano sortire qualche effetto, forse con dei forti limiti dosaggio-dipendenti) è che entrambi i principi attivi riescono ad inibire l'eccessiva produzione di CXCL10 una chemochina la cui presenza è stata riscontrata in maniera abnorme nel siero e nelle macchie dei pazienti testati. E qui torna prepotentemente l'ipotesi infiammatoria intracellulare poichè in tessuti infiammati i linfociti Th1 allertati dal sistema immunitario per la presenza dell'infiammazione, danno luogo ad un aumento nella produzione di  un interferone-γ (IFN-γ) e del fattore TNF-a che a loro volta stimolano la secrezione della chemochina CXCL10. 
Lo sò, sembra arabo ma è necessario per spiegare che cosa è questa CXCL10. 
Prima di proseguire in questa storia un link per coloro che volessero approfondire il ruolo di tale chemochina nella nostra patologia. 

Dunque  mi è sorta una domanda: ma se in molti casi nello stesso soggetto sono presenti più patologie come nel caso classico della vitiligine associata alla tiroidite di Hashimoto, siamo di fronte ad un soggetto sfortunato cui la sorte ha mandato patologie diverse oppure, stante l'incidenza statistica di associazione, vi è un denominatore comune? Ebbene si, non scopro nulla che non sia rintracciabile in Rete, ma vi comunico che c'è sempre di mezzo lei: la chemochina CXCL10!! Cliccare sul link per leggere
Non sottovalutiamo l'aver compreso questi meccanismi perchè da ciò è possibile anche ipotizzare (con un alto grado di attendibilità ) perchè funziona il cortisone sulle nostre macchie (meno quello topico, molto di più quello orale): perchè il cortisone esplica la sua azione di controbilanciamento degli effetti pro-infiammatori di citochine e chemochine che come abbiamo visto nella nostra pelle diventano presenti in quantità abnorme. Talmente abnorme che il sistema naturale di produzione di glicorticoidi non risulta sufficiente ad attenuare i focolai infiammatori.  Questo spiegherebbe anche perchè, come consigliato in un post precedente, il cortisone applicato sulla lesione appena formatasi ha maggiore probabilità di successo, intervenendo all'insorgenza di un circuito infiammatorio, prima che il sistema immunitario allerti tutto il suo potenziale che nella vitiligine risulta spropositato.-
E possiamo anche comprendere ora perchè sostanze naturali come la quercetina, di cui abbiamo parlato ampiamente nel post precedente con un titolo eloquente, possano avere le potenzialità per rappresentare un valido presidio nella lotta contro la vitiligine. Perchè, guarda caso, anch'esse posseggono la capacità di modulare i meccanismi che inducono una superproduzione di CXCL10. 
TUTTI GLI STUDI CHE DIMOSTRANO COME LA QUERCITINA CONTRASTI LA CHEMOCHINA CXCL10 E I FATTORI CHE LA PROMUOVONO

Ovviamente vi sono altre sostanze aventi questa capacità di cui abbiamo discusso. Tutto sta a scoprire in quali dosi queste possano attivare dei meccanismi di difesa per proteggere il melanocita dagli attacchi che abbiamo scoperto oggi. Aspetto i Vostri commenti che saranno necessariamente la vita di questo blog!
Alla prossima. Domenico




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