Il web è come un oceano. Ti puoi perdere ma puoi anche trovare tantissime cose interessanti. E dalle cose interessanti che trovi puoi trarre spunti e domande per cercarne delle altre. Certo è difficile quando non sei uno specialista ma il senso, mettendoci un pò d'impegno, magari lo riesci a cogliere.
Così scopri che quello che sembrava un nuovo filone di ricerca per le patologie infiammatorie immunomediate, ovvero quello descritto con maggiore frequenza in questo Blog perchè supportato dal maggior numero di studi di questi ultimi anni... in realtà lo si conosceva già nel 2003 e anche prima. Prendo come riferimento il 2003 perché in quell'anno un team di ricercatori della II Università di Napoli, in uno studio pubblicato sul Journal Endocrinological Investigation, scriveva così:
Così scopri che quello che sembrava un nuovo filone di ricerca per le patologie infiammatorie immunomediate, ovvero quello descritto con maggiore frequenza in questo Blog perchè supportato dal maggior numero di studi di questi ultimi anni... in realtà lo si conosceva già nel 2003 e anche prima. Prendo come riferimento il 2003 perché in quell'anno un team di ricercatori della II Università di Napoli, in uno studio pubblicato sul Journal Endocrinological Investigation, scriveva così:
. J Endocrinol Invest 2003 Febbraio; 26 (2): 177-80.
Ruolo per l'interferone-gamma chemochine inducibili in endocrino autoimmunità: un settore in espansione.
Informazioni Autore
- 1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale F. Magrassi, II Università di Napoli, Napoli, Italia.
Astratto
Non sarò un medico, né un ricercatore ma credo di saper leggere e leggo la stessa identica tesi che a distanza di 12 anni si descrive oggi, nel 2015, in ricerche per le stesse patologie con un comune killer cellulare, come la vitiligine (clicca qui per leggere la connessione tra vitiligine e altre patologie). Allora mi sfugge qualcosa...quindi sarebbero lustri che si continuano a condurre studi volti a confermarsi vicendevolmente senza che si sia passati alla fase successiva? Senza che si sia tentato di bloccare a valle l'azione della chemochina, del suo ricettore o dell'infiltrazione di cellule Th1? Cioè sono 12 anni che ogni anno si conferma la bontà dell'intuizione ma non si avanti? E perchè?
Se avete 5 minuti di tempo vi consiglio di dare un'occhiata anche a questo documento. E' in inglese ma con Google traduttore (non l'ho postato già tradotto perché me lo restituiva a righe confuse perché è un pdf) percepirete il senso: è uno studio, anche questo condotto da un team italiano, e riguarda le tiroiditi autoimmuni (Hashimoto) individuando per tale patologia lo stesso meccanismo individuato nello studio sopra postato e dimostrando addirittura come nella fase più acuta della malattia è rilevabile una maggiore quantità di chemochina e di infiltrati rispetto alla fase di stasi. E' del 2005!!!
STUDIO DEL 2005. RUOLO DELL'INTERFERONE GAMMA E DELLA
CHEMOCHINA CXCL10 NELLA TIROIDITE AUTOIMMUNE
E' vero che per la ricerca medica dieci anni sono uno ma non comprendo perché allora tanto clamore quando si scopre che un farmaco, noto per avere la capacità di modulare la chemochina in questione, riesce ripigmentare le lesioni di vitiligine. Lo sapevano già dal 2003 i ricercatori di Napoli che le malattie c.d. autoimmuni sono sostenute da tali meccanismi! Strano: una sonda in queste ore se ne sta andando a spasso su un asteroide analizzandone persino la composizione mentre sulla Terra qualcuno esulta per una cosa che si sapeva già da 13 anni senza che ad oggi, almeno così si dice, si sia riuscito a trovare un rimedio. Mah. Alla prossima. Domenico.
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