Leggete cosa hanno scritto qualche giorno fa dei ricercatori di un team cinese che sta studiando gli effetti delle epigallocatechine, una classe di polifenoli del the verde, nei confronti della vitiligine:
"Vitiligine è una malattia infiammatoria della pelle in cui cellule T attivate svolgono un ruolo importante nella sua insorgenza e la progressione. Epigallocatechina-3-gallato (EGCG), il principale costituente chimico di tè verde, presenta notevoli proprietà antiossidanti e anti-infiammatori. Amministrazione EGCG è stato confermato per diminuire il rischio di vitiligine; tuttavia, il meccanismo sottostante è definita. In questo studio, abbiamo dimostrato che l'EGCG inibisce direttamente l'attività chinasi di Janus chinasi 2 (JAK2). In primarie melanociti umani in coltura, EGCG pretrattamento attenuato fosforilazione IFN-γ-indotta di JAK2 e la sua valle STAT1 e STAT3 in modo dose-dipendente. Abbiamo esaminato ulteriormente l'espressione chemoattractant nei melanociti e dimostrato che l'EGCG inibisce significativamente l'espressione di IFN-γ-indotta di ICAM-1, CXCL10, e MCP-1 nei melanociti umani. Inoltre, l'EGCG ha ridotto i livelli di proteine dei recettori corrispondenti tra cui CD11a, CXCR3 e CCR2 in linfociti T umani. Come conseguenza, l'adesione delle cellule T umane di melanociti indotti da IFN-γ è stato effettivamente soppresso da EGCG. Nel loro insieme, i nostri risultati fornito nuovi elementi di prova per l'efficacia di EGCG nel trattamento della vitiligine e sostenuti JAK2 come un bersaglio molecolare per lo sviluppo della medicina vitiligine".
Avete letto bene: uno studio che inizia definendo la nostra patologia come una malattia infiammatoria! Un sollievo. Almeno qualcuno titolato che dà ragione a un profano dissacratore. Nella lettura dell'astratto ritroviamo lo stesso impianto infiammatorio con la stessa chemochina CXCL10 già bersaglio di tutti i prodotti esaminati sin qui nel blog. Sembra che la ricerca stia convergendo su un punto: solo attenuando o spegnendo questo interruttore il melanocita riprende a funzionare.
Così mi accorgo che nel 2011 anche un team di ricercatori americani dell'Università di Pittsburgh hanno testato la capacità dell'epigallocatechina 3 di ridurre l'infiammazione nei topi. Ecco lo studio
Tutto torna. I ricercatori cinesi si sono accorti della capacità del polifenolo di colpire il bersaglio infiammatorio specifico nel melanocita e hanno visto che funziona. Come tutti i prodotti che sparano e colpiscono sul quel bersaglio. Non si tratta di due studi isolati. Confermano nel 2011 i loro colleghi coreani con questo studio
Certo manca ancora uno studio in doppio cieco sull'uomo in modo da valutare la biodisponibilità di questo polifenolo una volta ingerito, le dosi necessarie per raggiungere gli obiettivi terapeutici ecc. ma mi sembra ormai evidente che molti indizi iniziano a convergere su una tesi. Un invito ai ricercatori italiani a mettercela tutta. Alla prossima. Domenico
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